Le doppie “Z” e “G”

“Z”, semplice o doppia?

Le parole che al loro interno contengono una “z” sono sempre causa di dubbi amletici. Perché, per esempio, “pazzia” ha due “z” e “direzione”, invece, una sola?

Si ha doppia zeta (zz) davanti a vocale semplice: corazza, pazzo.
Si ha una sola zeta (z), invece, davanti a due vocali: azione, abbazia.

Le eccezioni sono quasi inesistenti: razzìa e pochissime parole derivate da altre che al loro interno ne contengono due per la “regola” sopra citata: pazzia (da ‘pazzo’); corazziere (da ‘corazza’).

Sporcizia o sporcizzia?

La z tra due vocali

La z posta fra due vocali si pronuncia sempre doppia (zz), ma si scrive quasi sempre semplice.
Ciò avviene in particolare:

  • nelle parole che terminano in -àzia e -azìa; in -èzia ed -ezìa; in -ìzia, -ìzie e -izìa; in -ozìa, -uzìa e -ziòne; in -àzio, -èzio, -ìzio, -òzio, -ùzio.
    Qualche esempio: grazia e aristocrazia; La Spezia e profezia; sporcizia, canizie e polizia; idiozia, arguzia e operazione; dazio, trapezio, indizio, ozio e Muzio. Fanno eccezione pazzia e razzia.
  • nelle parole che derivano da quelle del gruppo precedente: grazia > grazioso; indizio > indiziare; ozio > ozioso; polizia > poliziesco. Fanno eccezione gli abitante di La Spezia, che sono spezzini.
  • quando la z è la lettera iniziale della seconda parte di una parola composta: protozoo (=proto+zoo), prozio (=pro+zio), azoico (=a+zoico).
  • in alcuni vocaboli isolati, tra cui azalea, azienda, azimut, azoto, bazar, bizantino, dazebao, eziologia, gazebo, mazurca, nuziale, ozono, paziente e pazienza, prezioso, quoziente, raziocinio, rizoma, rizobio, ecc.

 G (doppia o no?)

Perché alcune parole hanno una doppia g (stupidaggine, testardaggine) e altre no (voragine)? Come regolarsi nel dubbio?
Lombaggine o lombagine? Immagine o immaggine?

Una regola empirica (valida nel 95 per cento dei casi: propaggine, infatti, rientra nel restante 5) può essere di aiuto.
Alla parola testardaggine, per esempio, se si toglie ggine e resta un vocabolo di senso compiuto, vuol dire che ci vogliono due g: testarda ha un senso compiuto, quindi, due g.
Da immaggine (?) togliamo ggine e resta imma che non ha alcun senso; quindi, una sola g: immagine.
Cartagine, ovviamente, fa eccezione perché è una città, anche se togliendo ggine resta carta che è una parola di senso compiuto.

 Impossibile o inpossibile?
La n si muta in m davanti alle lettera b e p.

La cosa vale la pena di essere ricordata perché in alcune parole la pronuncia ha il sopravvento sulla logica.
Esempio: invincibile è il contrario di vincibile, ottenuto con il prefisso in (= non).

Allo stesso modo si formano in-battibile e in-possibile, ma, per motivi eufonici, cioè di miglior suono, scriveremo imbattibile e impossibile.

Tratto da www.munuscritto.it

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