ERRORI DOVUTI ALLA MIRA

Il posizionamento del complesso ‘tacca-mirino’ troppo tangente al nero del bersaglio può creare degli errori accidentali sul piano verticale, poiché è meglio gestire uno spazio sotto il nero relativamente abbondante, piuttosto che un filo di luce, soprattutto quando il bersaglio è fortemente illuminato.

Altri errori accidentali possono essere dovuti alla scarsa brunitura, e alla conseguente presenza di riflessi che alterano la perfetta definizione della tacca e del mirino sullo sfondo del bersaglio.

I più frequenti sono errori dovuti alla mira sono i seguenti:

  1. Premere con troppo impeto il grilletto, in questo caso la pistola tende a colpire in basso a sx o a dx a secondo della mano che si usa, rispetto a dove stiamo mirando;
  2. Non centrare bene il mirino alla tacca di mira, basta poco per far dirigere i proiettili altrove.

 

TACCA DI MIRA SPOSTATA A DESTRA

TACCA DI MIRA SPOSTATA A SINISTRA

 

Se il mirino viene posto a dx rispetto la tacca di mira, i proiettili tenderanno ad andare a destra rispetto al centro

Se invece viene posto a sx rispetto la tacca di mira, i proiettili tenderanno ad andare a sinistra rispetto al centro

 

TACCA DI MIRA SPOSTATA IN ALTO

TACCA DI MIRA SPOSTATA IN BASSO

   

Può succedere che il mirino venga tenuto più alto rispetto alla tacca di mira, ne consegue che i colpi andranno a colpire troppo in alto.

Tenendo il mirino più basso rispetto la tacca invece i colpi colpiranno sotto, questo è molto frequente, specialmente se strappiamo quando premiamo il grilletto.


La mira

MODO CORRETTO DI MIRARE

 

Il modo corretto di mirare è quello di mettere a fuoco il mirino  e tenerlo esattamente al centro ed in linea con al tacca di mira che rimanendo nella profondità di campo visiva, resta sufficientemente nitida mentre il bersaglio è completamente sfocato.

Comunque tutti dovremo sapere che deve essere posto il mirino nella tacca di mira, perfettamente al suo centro e alla giusta altezza sul bersaglio, ne sporgente ne all'interno dell'incavo della tacca, ne a sinistra ne a destra. Dobbiamo solo ricordarcelo al momento giusto, perché se si perde d’occhio il mirino tutto finisce per andare fuori asse, il tiro risulta errato ed il colpo va fuori dal punto mirato.   

Una volta capito questo concetto, ci teniamo saldi sulle gambe, afferriamo la pistola con sicurezza e con molta attenzione e cominciamo a premere il grilletto, aspettando che il colpo esploda quasi da solo, ci deve sorprendere. Ne facciamo partire 5, dopo di che verifichiamo dove sono andati a finire i  proiettili.

Nel caso di un bersaglio operativo o di piccole dimensioni, alcuni preferiscono mirare alla base del pallino nero o barilozzo, per continuare a vedere il bersaglio anche durante il tiro, altra, tecnica invece, si usa mirare al centro del pallino. Ciò è indifferente.

Durante la mira si devono vedere tre punti collimati ma distanti fra loro, essi sono la tacca, il mirino e il bersaglio. Dato che l’occhio può mettere a fuoco uno solo di questi punti, si privilegia il mirino. Così facendo vedremo la tacca un po’ sfocata, perché troppo vicina e il bersaglio ancora più sfuocato, perché troppo lontano. L’esperienza dei migliori tiratori di tutti i tempi, ci insegna che questo è il sistema di mira più efficace per ottenere il miglior risultato.

Però quando il bersaglio è troppo distante ed è di piccole dimensioni, ci si può esercitare ad imparare a cambiare la messa a fuoco, prima sul bersaglio, poi sulla tacca, poi sul mirino, per accertarsi che la mira sia corretta ed apportando le dovute correzioni. Ma attenzione, il tiro dovrà essere effettuato solo nel momento in cui il mirino è a fuoco, ciò perché è molto importante che nel momento in cui si tira il grilletto, i margini del mirino siano netti e al centro della tacca, e perfettamente allineati col bersaglio.

Una mira corretta può essere effettuata con un occhio o con tutti e due gli occhi. Nel tiro dinamico, che ripropone in chiave sportiva condizioni di utilizzo reale della pistola, si utilizza la tecnica dei due occhi, al fine di avere un campo visivo più ampio in ogni momento dell’esercizio. Tale tecnica si apprende con discreta facilità quando si ha ormai un considerevole “bagaglio” di esperienza, ma comunque sia è una pratica puramente sportiva da non impiegarsi sul lavoro nelle attività operative.

Anche con entrambi gli occhi aperti, sarà l’occhio dominante a prevalere e sarà quello a traguardare la linea di mira.

I riferimenti colorati presenti in alcuni sistemi di puntamento possono trarre in inganno perché l’utilizzatore tende ad allineare i tre punti bianchi, in questo caso si otterrà un tiro basso. Occorre precisare che i riferimenti colorati servono solo all’acquisizione veloce del mirino, ma una corretta collimazione prevede sempre l’allineamento delle linee superiori di mirino e tacca.

 

Gli organi di mira

Occhio, tacca di mira, mirino e bersaglio, devono essere uniti da una linea retta immaginaria. Non importa quale sia la tecnica di tiro mirato che stiamo adottando, questo allineamento deve sempre verificarsi.

E’ importante che l’occhio con cui si prende la mira sia quello dalla parte del braccio che impugna l’arma. L’altro occhio rimane chiuso oppure anche aperto, ma solo se l’occhio che usiamo per mirare é particolarmente dominante. Quando l’arma è impugnata correttamente, la mano porterà i suoi organi di mira in asse con l’occhio con cui dobbiamo mirare.

Dopodiché bisogna allineare la tacca di mira con il mirino in modo che il bordo superiore della tacca di mira sia in asse con la punta del mirino e lateralmente ad esso vi sia la medesima “luce”, cioè si intraveda da entrambi i lati un spazio aperto della medesima ampiezza. Non bisogna piegare la testa per raggiungere gli organi di mira, dobbiamo portarci noi l’arma davanti. Tutto questo avviene nel contempo con l’allineamento dell’arma al bersaglio.

La stabilità

la stabilità dell’arma è la condizione base per effettuare un tiro preciso. L’arma deve essere il più stabile possibile, più fermo è il tiratore, più è stabile l’arma, quindi più preciso sarà il tiro. Il tiratore fa sempre da supporto all’arma aldilà della posizione assunta, che sia in piedi, in ginocchio o distesi a terra, l’importante è che l’arma sia stabile. La tecnica di tiro del “tiro lento mirato” è la modalità che sfrutta meglio il concetto di stabilità. Ma per tiro lento mirato non si intende solo la classica posizione in piedi, tipica delle attività sportive. Sparare in ginocchio o distesi a terra (posizione preferita dei tiratori scelti delle forze armate), sfruttando al massimo gli organi di mira è pur sempre una forma di tiro lento mirato.

La mancanza di stabilità nel corpo vanifica ogni altra nozione di base del tiro poiché, non avrebbe senso curare la pressione sul grilletto per evitare un errore di strappo, quando è tutto il corpo ad oscillare per mancanza di equilibrio.

Generalmente, nelle tecniche di tiro statico, la posizione naturale delle gambe diritte con un’apertura dei piedi non superiore a quella della larghezza delle spalle garantisce un’ottima stabilità, a patto di mantenere il peso della parte superiore del corpo in modo tale da far gravare il baricentro su entrambe le gambe. Ma anche nelle posizioni di tiro più dinamiche l’apertura dei piedi corrisponde quasi sempre a quella del passo di una nostra normale camminata. Questo perché la maggior parte dei tiratori tende giustamente a fermarsi prima di sparare e questo raggiungimento della stabilità avviene tanto più rapidamente quanto più il tiratore è allenato a farlo.

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